In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, tenutasi a Roma il 20 ottobre scorso, è stata annunciata l’istituzione del “Registro Nazionale delle Fratture da Fragilità“, un’iniziativa pionieristica sviluppata in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, volta a migliorare prevenzione e gestione dell’osteoporosi in Italia. Il registro, che sarà operativo a partire da metà gennaio, rappresenta un significativo passo avanti nella lotta contro una patologia che colpisce circa cinque milioni di italiani, con un impatto crescente dovuto all’invecchiamento della popolazione.
L’osteoporosi, caratterizzata da una riduzione della densità ossea e un aumento della fragilità scheletrica, è una delle principali cause di fratture, soprattutto tra gli anziani.
Ogni tre secondi nel mondo si verifica una frattura ossea da fragilità; si calcola che, dopo i 50 anni, una donna su tre e un uomo su cinque sia destinato a subire una frattura da fragilità. Ogni anno, in Italia, si registrano oltre 500.000 fratture da fragilità, con conseguenze gravi sulla qualità di vita dei pazienti e un importante incremento dei costi sanitari. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, l’osteoporosi diventerà una sfida ancor più rilevante per il sistema sanitario italiano.
La Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC), pur essendo un metodo importante per misurare la densità ossea, non è sufficiente da sola per valutare il rischio di fratture. Gli esperti sottolineano l’importanza di considerare altri fattori, come la qualità e l’elasticità dell’osso, la familiarità per le fratture, l’età, la presenza di altre malattie e uno stile di vita sano.
Il Registro delle Fratture da Fragilità, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, permetterà di raccogliere dati epidemiologici fondamentali sulle fratture, facilitando una diagnosi precoce e un trattamento più efficace. “Questo strumento sarà fondamentale per portare l’attenzione sulle fratture da fragilità e mettere finalmente il paziente al centro dei percorsi di diagnosi e terapia” ha dichiarato la Professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente FIRMO (Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso).
Il nuovo registro consentirà di monitorare l’efficacia degli interventi terapeutici e di prevenzione, offrendo una base solida per decisioni cliniche e politiche sanitarie mirate.
Grande soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto si evince dalle parole della Professoressa Brandi, da anni impegnata nella lotta a questa patologia silente: “Il Registro, oltre ad aiutare a valutare meglio l’entità del fenomeno nel nostro Paese, è uno strumento che consentirà anche di misurare l’efficacia di tutti gli interventi messi in campo per le fratture da fragilità e sarà quindi utilissimo per capire come gestire al meglio i pazienti, aiutando nel prendere le decisioni più adeguate per affrontare il problema a livello del singolo e di popolazione“.